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In questa raccolta Elio Picardi ha selezionato cinquanta capolavori della fotografia, dalle origini ottocentesche fino al Terzo millennio, e le ha trasposte in poesia. Le famose "macchie di Rorschach" del titolo vengono abilmente rovesciate nel procedimento e nel linguaggio: invece di partire dalla casualità dell'immagine e di tentare una ricostruzione logica a posteriori, Picardi sceglie immagini passate alla storia per la chiarezza del loro assunto, per la loro forza comunicativa che le ha trasformate in icone. E in questo modo, dietro la compattezza della superficie, porta alla luce le venature, i tarli, le ambiguità e persino le possibili falsificazioni che attraversano ogni creazione artistica.